L’esperienza di dieci ragazzi provenienti dalle nostre Comunità Educative in un campo di volontariato a Erbè, promosso dall’associazione che da vent’anni si occupa di sensibilizzazione e contrasto al fenomeno delle mafie.
[/spb_text_block] [spb_text_block animation=”none” animation_delay=”0″ padding_vertical=”0″ padding_horizontal=”0″ width=”1/1″ el_position=”first last”]C’erano anche dieci ragazzi delle nostre Comunità Educative nel gruppo di volontari che, dall’11 al 18 luglio scorso, hanno aderito a E!State Liberi, la proposta di volontariato promossa da Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
Il campo di volontariato, che si è svolto in un terreno confiscato alla criminalità, ha avuto luogo a Erbè, in provincia di Verona, e ha visto la partecipazione di un gruppo, eterogeneo per provenienza ed età, costituito da una quarantina di ragazzi appartenenti a diverse forme di associazionismo.
Accompagnati da due educatori, i nostri ragazzi hanno contribuito alla risistemazione di un bene confiscato cimentandosi in varie tipologie di attività manuali e, contestualmente, hanno partecipato a un programma di formazione sulla legalità che ha visto la partecipazione di giornalisti ed esperti della problematica. Lo studio del fenomeno mafioso attraverso il confronto con i familiari delle vittime, le istituzioni e gli operatori delle cooperative sociali è infatti uno degli aspetti su cui da sempre l’associazione fondata nel 1995 da don Luigi Ciotti insiste.
“L’obiettivo principale dei campi di volontariato – si legge sul sito di Libera – è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e giustizia sociale che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. Si dimostra così, che è possibile ricostruire una realtà sociale ed economica fondata sulla pratica della cittadinanza attiva e della solidarietà”.
Durante il campo, il clima di solidarietà e di condivisione con altri coetanei ha reso particolarmente significativa l’esperienza a livello di integrazione e socializzazione.
I ragazzi sono stati entusiasti e, certamente, l’attività verrà riproposta in futuro, nella convinzione che anche un piccolo contributo possa costituire un impegno necessario di responsabilità e promozione sociale.